Di origine illirica è il toponimo "Nardò" che deriva dal termine "nar" ("acqua") con richiamo all'antica falda acquifera presente nel territorio; da qui derivarono poi altri vocaboli, dal più antico Neriton al definitivo Nardò. Nella città sono stati rinvenuti testimonianze di ogni epoca, dalla preistoria in avanti (molti ritengono che la città venne fondata ad opera di un gruppo di Cretesi e Micenei).
Fu conquistata dai Romani intorno al 200 a.C. che la saccheggiarono e la distrussero in ogni sua parte, successivamente passò sotto il diretto controllo dei Cartaginesi. La città fu tuttavia inglobata nuovamente nell'orbita romana, venne riedificata grazie a Ottaviano Augusto, primo Imperatore romano, e cresciuta di importanza sotto Traiano (Imperatore romano dal 98 al 117) e Adriano (anch'egli Imperatore dal 117 al 138). Caduto l'Impero romano Nardò subì invasioni e saccheggi ad opera dei Saraceni provenienti dalla Sicilia, poi degli Ungari, dei Goti, dei Bizantini e infine dei Longobardi di cui rimase qualche traccia nel linguaggio; dall'anno Mille furono i Normanni a impossessarsi a pieno titolo della città e a conquistare buona parte del Salento.
Nel III secolo venne infeudata da Federico II di Svevia che la rese una città nuova e aristocratica al punto che, alla morte di Federico, Nardò rifiutò ogni obbedienza alla Santa Sede rimanendo fedele alla famiglia degli Svevi; il periodo più florido per la città risale al Settecento quando Nardò attraversava una fase molto positiva dal punto di vista economico e culturale. Nel corso del Novecento crebbe sempre più di importanza divenendo la città più popolosa della provincia leccese.
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